Medicina in alta quota

Vestiario
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Cucina, vivande e riscaldamento
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A destra dell’ingresso, il Museo espone un’interessante collezione dedicata alla medicina di guerra.

Gli oggetti e gli strumenti provengono dalle baracche in alta quota, dagli ospedali della valle e da privati; sono quasi tutti esposti in una sezione ambientata all’interno di una baracca, luogo dove veniva prestato il primo soccorso. L’allestimento mostra come la situazione medico-sanitaria in quota fosse alquanto provvisoria.

Le possibilità di assistenza in alta quota si limitavano ad azioni di primo soccorso in cui si cercava di far fronte alle problematiche più frequenti quali inedia, ipotermia, assideramento, oftalmie, malattie respiratorie a cui si aggiungevano le ferite e le fratture conseguenti alle frequenti valanghe e tormente, che spesso facevano più morti del nemico. Infine, non meno importante, era la cura delle ferite d’arma da fuoco.

Tra gli oggetti più interessanti vi sono quelli che provengono dalle baracche e dalle postazioni in quota come Punta Linke, che a 3.629 m di altitudine fu una delle postazioni austro-ungariche più alte e più importanti dell’intero fronte.

La collezione del Museo espone un buon numero di materiali legati all’infermeria e alle prime cure che venivano portate ai soldati. I reperti si riferiscono sia alle dotazioni all’esercito Austro Ungarico, sia a quelle dell’esercito italiano, con una prevalenza del primo perché l’esercito imperiale in ritirata, al momento della sconfitta, ha lasciato molte più tracce, mentre le truppe del Regno hanno potuto smantellare con più calma le postazioni. Una volta che i fronti sono stati abbandonati i recuperanti hanno raccolto diverse tipologie di materiali che raccontano non solo della sanità d’emergenza, ma anche degli usi e delle tradizioni locali. La collezione sanitaria di Pejo rappresenta un unicum nel panorama nazionale poiché raccoglie cimeli raccolti in quota di cui alcuni pezzi unici, come la barella a sacco (visibile lungo il percorso).