Vita religiosa

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La fede e la partecipazione religiosa erano elementi di conforto e speranza per i soldati che vivevano in trincea.

I soldati in quota – secondo le testimonianze – aspettavano il parroco con fervore, preparando nelle postazioni lo spazio per celebrare la messa: intagliavano nel ghiaccio croci o altari e li decoravano con fronde d’albero, attendendo poi i sacramenti che portavano conforto in quei terribili momenti.

A testimonianza di questa partecipazione religiosa, il Museo espone un tabernacolo costruito durante la guerra dai militari, con elementi semplici reperiti nei boschi: legnetti, corteccia e altri materiali naturali, creato per la chiesetta a Pian della Vegaia alla fine della guerra fu portato e usato nella parrocchia del paese per poi essere dimenticato. Nel 2003 la sacrestana, capendone il valore simbolico, decise di donarlo al museo a perpetua memoria.

Il Museo conserva anche un altare portatile, riposto dentro una valigia, per rispondere alla necessità della guerra in alta quota. Il sacerdote vi trovava tutto il necessario per poter celebrare la messa, dovendosi spostare in fretta da un punto all’altro del fronte.